La Val di Cornia, propaggine meridionale della costa livornese, è territorio antico, abitato già nel IX secolo a.C. dagli Etruschi. Zona baciata dalla Natura, luminosità, brezze marine a rinfrescare, sottosuolo ricco di minerali. Nella sua espressione ampelografica la Val di Cornia mostra la faccia di “un’altra Toscana”, che non parla solo la lingua del Sangiovese, in queste terre di calore e potenza, il vino ha bisogno di essere rinfrescato dagli internazionali.
Una grande interprete di questo terroir è l’azienda Sant’Agnese, immersa nella scenografica cornice del promontorio di Piombino, davanti all’Isola d’Elba.
Nata, o meglio rinata, nel 1994, quando la famiglia Gigli, con oggi il “simpatico toscanaccio” Paolo al timone, rileva la proprietà. Oltre a squisiti Vermentino, Sangiovese e Rosati, l’azienda spicca per un’interpretazione di Merlot longevo davvero notevole: Spirto. Si pensi che l’ultima annata in commercio è la 2008.
Si mostra con un colore denso rosso rubino, poi regala al naso ricchezze di mora e mirtillo, note di olive nere al forno, sbuffi mediterranei di mirto e origano. Tostature e speziature a intrecciarsi. Gusto dalla trama tannica decisa, con una scia sapida salmastra timbro del territorio. Lo abbinerei a un piatto di grande struttura, succulenza e di lunga cottura: guancia di vitello stufata, con cipolle di Certaldo e crema di patate Vitelotte.
Valentino Tesi
ARTICOLO USCITO SU LA REPUBBLICA FIRENZE DEL 26-05-2022