Dovremmo essere tutti grati al fatto che esistano ancora in Italia dei luoghi intatti, veraci, genuini.
È ormai stranoto il lato vacanziero della Sardegna, le sue spiagge caraibiche, il mare turchese e gli yacht faraonici, in pochi invece conoscono il suo volto selvaggio, quello dell’entroterra. Prima che il Gennargentu sfumi nel Campidano Oristanese, s’incontra una regione ondulata, montuosa, verde, per lunghi tratti scarsamente antropizzata, il Mandrolisai. Un puzzle della Natura incastonato tra boschi, pascoli e vigneti francobolli di alberelli anche centenari, in cui si alternano cannonau, monica e bovale. I borghi sono nascosti tra le ampie vallate, Sorgono, Atzara, Meana, gioielli dal fascino antico, in cui l’uomo è soltanto un coprotagonista del paesaggio, dove regna pace e silenzio. La zona è pedemontana, alta, tra i 600 e 900 metri slm, grandissima l’escursione termica estiva, anche oltre i 25 gradi tra il giorno e la notte.
In questi suoli fortemente sabbiosi per il disfacimento granitico la terra è generosa, nutre in maniera ottimale gli alberelli di vite, consentendo vendemmie ritardate, in alcuni anni anche ad ottobre. Il vino rosso che prende forma ha lo stesso nome della regione, Mandrolisai ed ha una tecnica di vinificazione alquanto anomala, nonostante le tre varietà principali usate abbiano tempi diversi di maturazione, viene tutto raccolto nello stesso momento, lasciando situazioni in alcuni casi di surmaturazione, in altri di elevata acidità. Il risultato che si ottiene, laddove si abbina anche l’intuito e il savoir-faire è straordinario, un rosso genuino, saporoso, intenso, consistente, ricco di alcol ed estratti ma incredibilmente beverino. Accompagna la sostanziosa tavola del luogo che mai può prescindere dalla triade completa, antipasto-primo-secondo: pecorino, melanzane, frittelle di verdure, ceci, fave, salumi, culurgiones, fregula zucchine e pancetta, porceddu, vitello ai funghi eccetera eccetera.
Nuove generazioni si stanno riappropriando delle tradizioni di vinificazione, reinterpretandole in chiave più nitida, più espressiva, è il caso dei Garagisti di Sorgono, con un progetto romantico che coniuga passione e tecnica, senza dimenticare chi per primo ha creduto nel territorio, Fradiles, che fa del gusto e del sapore del vino la sua chiave di lettura. In verità la cura della vigna domestica è abitudine consolidata, tantissimi i vini artigianali sfusi e proprio questi rappresentano il nucleo per capire appieno le versioni più strutturate.
Il Mandrolisai è una delle zone in cui si vive mediamente più a lungo nel mondo, guarda caso un luogo in cui il vino rosso non manca mai sulla tavola, (professoressa Antonella Viola mi legge?). Un paradiso intatto in cui la vita scorre tranquilla, dove ancora ci si ritrova nei bar e ci si ferma a parlare con i passanti del più e del meno, dove l’allegria della semplicità regna sovrana. Tutto sembra voler essere preservato dalla cinta di montagne che lo circondano, terre per certi versi ancora misteriose, abitate già più di 5.000 anni fa dalla civiltà nuragica, che ha lasciato nei menhir e nelle fortificazioni simboli e segnali che ancora oggi non sappiamo né probabilmente vogliamo interpretare fino in fondo.
Mantieniti sempre così, Mandrolisai A Kent’annos! Il futuro è tuo.
Valentino Tesi
(luglio 2023)