Questa è una delle domande che più frequentemente mi vengono rivolte dagli appassionati di vino, seguita da “bisogna indovinare i vini alla cieca”?
No, non sono Concorsi per stregoni ma per mostrare le doti e qualità di comunicatore del vino.
Innanzitutto ciò di cui scriverò riguarda il mondo dei Concorsi AIS (Associazione Italiana Sommelier), la più autorevole e rappresentativa scuola per sommelier nel nostro Paese. Di eventi per potersi mettere in gioco e mostrare le proprie abilità ce ne sono molti, alcuni riguardano un singolo territorio o vitigno, come il Master del Vermentino, del Nebbiolo, del Chianti Classico, solo per indicare qualche esempio, inoltre esistono anche quelli del Miglior Sommelier della Regione. La summa di tutti è il Concorso Nazionale, “Miglior Sommelier d’Italia Premio Trentodoc”, che si svolge con cadenza annuale. Una volta vinto non è possibile parteciparvi di nuovo.
Solitamente lo svolgimento prevede in primis una prova scritta, un questionario di decine di domande, con risposte sia aperte che chiuse, in cui si testa la cultura su enologia, legislazione vitivinicola, enografia nazionale ed estera, birre, liquori, distillati e altro. Segue un quiz di abbinamento cibo-vino, quindi degustazione scritta di due calici di vino alla cieca. Si dovrà procedere con le note gusto-olfattive in un linguaggio sia tecnico che comunicativo ed assegnare un punteggio e considerazioni sull’evoluzione.
Da questa prova usciranno i tre migliori punteggi che andranno quindi a sfidarsi sul palco, nella finalissima. Qui si alza l’asticella della difficoltà, viene richiesto di degustare due vini alla cieca, nel Concorso nazionale il secondo in lingua inglese o francese, di saper decantare un vino rosso mentre lo si racconta, di saper abbinare vini da tutto il mondo ad un menu articolato, di essere abili a maneggiare una bottiglia di metodo classico Trentodoc, servendo due commensali mentre si spiega il territorio. Infine si deve convincere la giuria, sia tecnica che giornalistica, di essere affabili comunicatori, sviscerando al pubblico argomenti riguardanti un’etichetta famosa, un personaggio del vino e anche un territorio vitivinicolo.
Ovviamente il tutto con un tempo limitato, dai 13 ai 15 minuti complessivi. Facile no?
L’AIS organizza apposite Scuole, vere e proprie palestre, per prepararsi a queste prove. Di rilievo quella toscana fondata da Cristiano Cini, che ha sfornato molti campioni nazionali.
Un Concorso per sommelier non è soltanto una competizione con altri colleghi, è in primis una sfida contro se stessi, per migliorarsi, per superare i propri limiti, per approfondire la cultura del vino, per non smettere di studiare.
Vincere poi dà la prestigiosa opportunità di diventare ambasciatore di un territorio, di una Regione e dell’Associazione Italiana Sommelier intera. Si aprono nuovi orizzonti, inaspettate opportunità di carriera e lavorative.
Il mio consiglio non può che essere partecipate! Sfidate voi stessi! Alcune volte vinci, tutte le altre impari.
Valentino Tesi
(luglio 2023)