Il vino è fatto spesso di cliché, il Pinot Nero solo in Borgogna, il Sauvignon nella Loira, il Sangiovese in Toscana, amen e così sia.
Innegabili verità ma può capitare che in una calda e spensierata sera d’estate, nella deliziosa piazza Pisacane a Cervia, in compagnia di un amico e grande sommelier, Marco Casadei, tra risate e degustazioni alla cieca, tu possa incappare nel vino spiazzante.
La sua essenza la riconobbi subito, con quel naso d’agrume candito, di gesso e sale grosso di miniera, di elicriso e resine silvestri. La voglia di assaggiarlo avanzò con passo deciso, in bocca mi rapì come lo sguardo di una femme fatale, scivolava, graffiava, rinfrescava e insaporiva. Frutti selvatici, nespole, salino, più vivo di quello che il naso aveva anticipato. Un vino favoloso, “Francia!” esclamo, con Sancerre nella mente, strizzando l’occhio a Marco. (Voto: straordinario).
La sorpresa mista a curiosità fu protagonista quando mi svelò la bottiglia: Sauvignon Ronco del Re 2002 Castelluccio, vent’anni sulle spalle!! Insospettabili. I racconti si indirizzarono su Vittorio Fiore, Modigliana e terroir appenninici tra Toscana e Romagna.
Viva il vino perché in un mondo di tedio non smette mai di stupire.
Valentino Tesi
(maggio 2023)